Politica Pietro Scioscia risponde ad accuse 13/10/2013
Riceviamo e pubblichiamo integralmente un comunicato del consigliere comunale di Lucera Pietro Scioscia.
REPLICA AD UN “GIORNALISTA” BARBARO
Gent.mo Direttore, Le chiedo cortesemente di ricevere ed eventualmente pubblicare questa mia replica di risposta all'articolo apparso su un quotidiano locale a firma di Francesco Barbaro.
Che il Barbaro abbia in atto un’azione di delegittimazione nei confronti del sottoscritto è chiaro ormai da diversi mesi, considerato che lo stesso rivolge attacchi alla mia persona ripetutamente sia sul fronte lavorativo sia politico, sicuramente su iniziativa personale come, verosimilmente, su invito dei sodali di partito.
É iniziata la campagna elettorale per le prossime amministrative locali.
Non posso non evidenziare, comunque, il cattivo uso che fa della propria penna scrivendo articoli sconclusionati, privi di verità, in contraddizione con titolo ed occhiello. Un giornalista (?) che scrive senza accertarsi alla fonte della veridicità delle notizie, così come è accaduto nel mio caso, in totale spregio del rispetto della deontologia professionale necessaria per svolgere questo lavoro, riportando notizie prive di ogni fondamento volutamente solo per compiacere se stesso o qualche compagno di partito a danno degli altri.
E se svolge il suo lavoro di insegnante (occhio per occhio…) nello stesso modo, poveri alunni…!
Veniamo ai fatti.
Che il Partito Democratico fosse ridotto già quattro anni fa in macerie non può, il Barbaro, attribuirlo alla mia “candidatura flop a Sindaco”, in quanto avvenuta attraverso una discussione democratica all’interno del partito e maturata al temine di un percorso faticoso e non privo di giochi trasversali, personalismi egoistici del mio antagonista e tradimenti, prima e durante la campagna elettorale, da parte di diversi dirigenti. Basta guardare la composizione della lista dei candidati – della quale, a parte il gruppo Forte, non fece parte alcun altro dirigente – che tra impegni e disimpegni hanno votato e fatto votare altri candidati sindaci e consiglieri non facenti parte del centrosinistra.
Se il Barbaro avesse avuto la compiacenza di andare a rileggersi i dati del voto, forse avrebbe capito, anche se sicuramente con qualche difficoltà, che la mia candidatura ha portato un valore aggiunto che ha consentito di arginare la rovinosa caduta del Partito Democratico.
Stesso comportamento di cannibalismo è stato assunto subito dopo, nella campagna elettorale per le Regionali, dove è stato individuato un candidato di tutto rispetto – il dr. Michele Roesler – che è stato inesorabilmente bucato e tradito.
Questo passaggio, però, il Barbaro l’ha dimenticato, perché evidentemente sarebbe stato costretto ad ammettere che il flop non è dei candidati ma del Partito Democratico e del suo (del Barbaro e del PD) segretario.
Circa il commissariamento del partito a seguito del voto elettorale va ricordato, così come ho fatto in tante mie dichiarazioni mai smentite (e che il Barbaro si è ben guardato dal ricordare nei suoi “articoletti”), che quello fu un atto di imperio degli organismi provinciali, non dettato dal risultato elettorale, ma sotteso ad accontentare un gruppo di iscritti che doveva gestire il partito – così come si è puntualmente verificato – in modo personale e per soddisfare mire ed egoismi attraverso la gestione di un piccolo potere ad uso e consumo proprio e a favore di qualche amico e compagno, a danno della salvaguardia degli interessi più generali che un partito degno di questo nome dovrebbe tutelare.
Per quanto riguarda la mia fuoriuscita dal partito, sfugge al Barbaro che oltre a me hanno presentato le dimissioni tutti gli altri componenti il gruppo, circa 50 iscritti, e sbaglia finanche l’aggettivo quando scrive che ero adirato per l’elezione di Abate.
Non si è adirato nessuno (figurarsi per Abate e, quindi, per nulla), anzi, al contrario, la decisione è stata adottata in modo sereno e tranquillo, consapevoli che quel progetto politico non avrebbe portato da nessuna parte, cosa poi avvenuta secondo un cliché ormai consolidato da quando esiste questa pseudo-segreteria.
Il Barbaro confonde o non comprende la determinazione della decisione e gli attribuisce altri significati.
É palese il modo di esprimersi barbaro e partigiano di questo articolista (aggettivo qualificativo e non quantitativo), essendo egli stesso parte integrante del Partito Democratico e conseguentemente in stato di incompatibilità sostanziale.
Tant’è che il BARBARO stesso (già tempo fa a capo dell’orda barbarica che ha segnato l’inizio del declino del partito) ha moderato alcuni interventi durante l’ultima Festa Democratica (meno male che che non si chiama più “dell’Unità”, nonostante il BARBARO insista e si sforzi ad invocare l’unità) senza soffermarsi nel suo articolo a commentare l’assenza totale di pubblico e il flop (questo sì) e le macerie prodotte in quei giorni e delle sberle sonoramente inferte dagli ottimi Avv. Lepore e Avv. Santacroce, le cui affermazioni non hanno fatto altro che avvalorare le ragioni per le quali sono fuoriuscito dal partito.
Sicuramente al PD va ascritto il merito di aver saputo trasformare quella festa in un cantiere aperto di fuschiana e gentile memoria (“pieno di vuoto”), tanto da indurre il Segretario locale a dichiarare la totale soddisfazione per la riuscita…
Che dire? C’è chi si accontenta di poco e chi di nulla. Lui si accontenta di tutte e due le cose.
Lucera, lì 12/10/2013
