ONCIARIO Un'0pera per conoscere Lucera La presentazione dell'Onciario lucerino del 1755 è stata un'altra occasione per discutere di cultura, ma anche di verificare che, ancora una volta, a parte le solite facce- è detto senza voler mancare di rispetto- la sala del convitto "Bonghi" presentava vuoti che dovevano essere coperti, magari dagli studenti o da altri che fossero interessati a conoscere com'era Lucera all'epoca di Carlo III di Borbone, illuminato monarca che volle quel censimento. L'intervento del professor Stefano Capone già insegnante all'Istituto tecnico per geometri e ragionieri a Lucera e docente all'Università di Siena, ha strappato applausi convinti, dopo l'ampia ed esaustiva digressione su quel periodo della monarchia borbonica, i cui effetti si avvertirono anche a Lucera. Capone che a Siena insegna Teoria dei generi letterari ed ha al suo attivo numerose pubblicazioni,ha asserito che, d'ora in avanti, chiunque volesse addentrarsi in uno studio sulle condizioni socio economiche della nostra città, non potrà prescindere dall'Onciario.un lavoro certosino che ha richiesto un impegno di tre anni da parte dell'autore il professor Franco Uzzi, sicuramente un appassionato studioso della storia locale. Bene ha fatto,dunque, la Pro Loco con il suo presidente professor Ercole Belmonte a volere fortemente la pubblicazione di un'opera che, sicuramente, tornerà utile a tutti. Se la scuola italiana fosse in condizioni migliori, si potrebbe pensare di far consultare il testo, negli istituti superiori, che racchiude notizie e curiosità, oltre a dati interessantissimi sul tessuto socioeconomico di Lucera in quel periodo. Si era in pieno illuminismo e Napoli, era fra le capitali europee la più popolosa con ben 600 mila abitanti, dei quali centomila vivevano in povertà. Ben diversa era la situazione a Lucera che contava circa seimila abitanti, e dallo studio condotto da Uzzi, sembra che la maggior parte non se la passasse male. L'Onciario è dunque un contributo efficacissimo che aiuta a comprendere, in un determinato arco di tempo, a noi lontano, ma pur sempre dell'epoca moderna, lo svolgimento della vita sociale a Lucera, quali erano le famiglie ricche, quali mestieri si praticavano, e così via. La nota dolente di quella serata riguarda la scarsa presenza del pubblico. Gli studenti, soprattutto, sono risultati clamorosamente assenti ancora una volta. Forse è mancata la pubblicizzazione nelle scuole, forse non c'era la voglia di ascoltare dotte relazioni. Sia come sia, qui a Lucera viene meno la partecipazione di un pubblico giovanile ad incontri culturali. Molto potrebbero fare le dieci associazioni e circoli, che pure una funzione la svolgono. Evidentemente non basta, o si muovono male e, probabilmente, in contrasto tra loro.
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