Home page di Sportenews.it
Sportenews.it - il portale dello sport e delle news da Lucera nel Mondo
- Santo del giorno: S. Pasquale Baylon
| Home | Collabora con noi | Pubblicità | Segnala evento
Direttore Responsabile Antonio Bruno Giornalista Professionista di Lucera (FG) IT
     
Soluzioni Mediaweb - Grafica Pubblicicataria web Agency
Video sportenews.it
Sondaggio
Segnala Evento
Collabora con noi
Pubblicità
Sondaggio
Chi vincerą il campionato di calcio 2019-2020
< RISPONDI AL SONDAGGIO >
- Tutti i sondaggi

centro gusto troia
 Calcio
 Basket
 Volley
 Ciclismo
 Arti marziali
 Tennis
 Scherma
 Atletica
 Motori
 Scacchi
 Altro
 Politica
 Cultura
 Attualitą
 Sociale

 NEWS
PADRE PIO IL CAMMINO DELLA PERSECUZIONE
Altro
PADRE PIO IL CAMMINO DELLA PERSECUZIONE
20/01/2012
riceviamo e pubblichiamo


PADRE PIO E’ RISORTO
ASSOCIAZIONE PRO PADRE PIO L’UOMO DELLA SOFFERENZA
Corso Vittorio Emanuele, 169 – 10139 Torino
Telef. (011) 4477022 – 4475296 Fax (011) 4477022
E-mail: traversi_francesco@fastwebnet.it
Sito internet: www.associazionepropadrepio.it

Comunicato stampa del 10 gennaio 2012 in ricordo di San Aldo

PADRE PIO
IL CAMMINO DELLA PERSECUZIONE


Padre Pio, in ottemperanza alla richiesta - ordine di Padre Agostino, ministro dei frati Cappuccini della Provincia di Foggia, il giorno 17 febbraio 1916, partiva da Pietrelcina destinazione Foggia, in quanto assegnato al Convento di Sant’Anna.
Padre Pio, il giorno 26 luglio 1916, per l’occasione della festa dei nonni di Gesù, Sant’Anna e San Gioacchino, genitori di Maria madre – figlia - sorella di Dio, nel Convento di Sant’Anna, conobbe Padre Paolino da Casacalenda, guardiano del Convento dei Cappuccini di Santa Maria delle Grazie di San Giovanni Rotondo.
Padre Paolino invitò Padre Pio a trascorrere qualche giorno a S.G.R. e gli disse: “Vieni mi renderesti felice, in Convento sono solo, il clima è buono, starai bene”.
Padre Pio, ottenuta l’autorizzazione dal Padre Benedetto guardiano del Convento, in data 28 luglio 1916, con Padre Paolino, in corriera, si recò a San Giovanni Rotondo, ivi giunto esclamò “ che pace, è bellissimo”.
Padre Pio, dopo otto giorni, ritornò a Foggia e chiese a Padre Benedetto di assegnarlo al Convento di San Giovanni Rotondo perchè: “ lì sto bene, l’aria mi fa bene.
La mia salute è migliorata in pochi giorni”.
Padre Benedetto, accolse la richiesta e il 4 settembre 1916 Padre Pio fece ritornò a San Giovanni Rotondo nel Convento di Santa Maria delle Grazie, ove vi erano altri due confratelli: Padre Paolino, guardiano e fra Nicola (tuttofare).
Padre Pio iniziò le attività pastorali, oltre alla direzione del Seminario Serafico, per i giovani aspiranti frati.
A Padre Pio, il giorno 5 agosto 1918, nel mentre era in preghiera nel coro, davanti al Crocefisso, gli apparve “Un personaggio celeste, che teneva in mano una lunghissima lamina di ferro, dalla punta sembrava che uscisse fuoco.
La scagliò con violenza nella mia anima, emisi un lamento, mi sentivo morire.
Da quel giorno sono ferito a morte!”
Padre Paolino guardiano del Convento, nel mese di ottobre sentì un vociare tra i fedeli, su presunte Stigmate impresse nel Corpo di Padre Pio.
Padre Pio, il giorno 22 ottobre 1918, su richiesta, raccontò a padre Paolino quanto era accaduto la mattina del 20 settembre 1918:
“Dopo la celebrazione della messa ero in coro in preghiera, venni sorpreso dal riposo.
Vi fu un totale silenzio intorno a me e dentro di me! Tutto questo avvenne in un baleno. Mi vidi dinanzi un personaggio misterioso, simile a quello visto la sera del 5 agosto 1918, che aveva le mani, i piedi e il costato che grondavano sangue. Mi sentivo morire e sarei morto se il Signore non fosse intervenuto a sostenere il cuore, il quale me lo sentivo sbalzare dal petto. La vista del personaggio si ritira e io mi avvidi che le mie mani, piedi e costato erano traforati e grondavano sangue.
La ferita del cuore getta assiduamente del sangue”.“Questi segni esterni mi sono di una confusione e di una umiliazione indescrivibile e insostenibile.”
Padre Pio, riferì a Padre Benedetto: “Dopo che la visione del personaggio misterioso era scomparsa, ero solo nella Chiesetta del Convento. Disteso a terra, guardai le mie mani, i miei piedi e il mio costato. C’erano piaghe sanguinanti e dolorose.
Sono entrato nella mia cella (n. 5), ho cercato di tamponare le ferite. Le ho lavate, fasciate inutilmente”. “Dopo più giorni avverto in me una cosa simile a una lamina di ferro che dalla parte bassa del cuore si estende fino a sotto la spalla destra in linea trasversale”.
Padre Benedetto dispose : “Dobbiamo evitare che la notizia esca dal Convento e dal nostro Ordine” . Padre Paolino : “Non sarà facile. Le piaghe alle mani sono molto visibili e le bende servono solo ad attirare più attenzione. Padre Pio potrebbe indossare i mezzi guanti, ma non durante la messa”.
Il quotidiano “il Mattino” il 20 giugno del 1919, pubblicò un articolo, con il quale, si occupava e si interessava del caso di un fraticello di uno sperduto paesino del Gargano, della Puglia. Nell’articolo si descrive la storia di un umile e mite cappuccino, sul cui corpo erano impressi i segni dell’ultima sofferenza di Gesù: le stigmate.
Raccontava, inoltre, di un evento miracoloso di guarigione, di cui il giornalista è anche testimone diretto ed oculare: “Padre Pio, il ‘santo’ di San Giovanni Rotondo, opera un miracolo sulla persona del Cancelliere del paese, erano presenti: il Regio Procuratore del Tribunale di Lucera, il dottor Alessandro MIONE - il Consigliere della Prefettura di San Severo,- dottor Angelo DELLO RUSSO - il medico Antonio Francesco GIUVA - il Vice-Pretore Nicola SIENA - il Segretario della Regia Procura, Luigi TRAVISANO ed il Cancelliere della Pretura di S. G. Rotondo- Pasquale DI CHIARA.” Il “miracolato”.
A seguito di detta pubblicazione, San Giovanni Rotondo era all’attenzione del mondo, per il clamore intorno a Padre Pio, un numero crescente di persone a piedi, in calesse e/o con ogni mezzo giungevano a San Giovanni Rotondo e chiedevano la strada per il Convento: “Scusate è qui che vive il Cappuccino con le stigmate?
Le persone, giunte al Convento chiedevano di confessarsi da Padre Pio e assistere alla sua messa. Davanti al confessionale di Padre Pio la fila era interminabile, dall’alba al tramonto. Padre Pio: “ Il tempo è speso per sciogliere i fratelli dai lacci di satana. La maggiore carità è quella di strappare anime avvinte da satana per guadagnarle a Cristo.” “Vi sono delle splendide conversioni. Benedetto ne sia Dio.”
Dove si manifestava il bene, nell’animo di un gruppo di persone si annidava l’odio nei confronti di Padre Pio, in particolare in alcuni religiosi secolari di San Giovanni Rotondo, che conducevano una condotta di vita corrotta, non conforme ai canoni della Chiesa.
Dette persone, dall’animo perverso, inviavano lettere anonime in Vaticano, con le quali denunciavano un commercio illecito di oggetti appartenenti a Padre Pio: pezzuole intrise di sangue, frammenti del saio e del cordone.
Padre Pio diveniva un caso soprattutto per i religiosi secolari, per il gran numero di fedeli che si recavano a San Giovanni Rotondo e per il clamore intorno a Padre Pio.
I religiosi che odiavano Padre Pio erano: Monsignor Pasquale GAGLIARDI, Arcivescovo della diocesi di Manfredonia – Vieste e San Giovanni Rotondo; Don Domenico PALLADINO e di Don Giuseppe PRENCIPE.
Monsignor Pasquale GAGLIARDI, a seguito della visita pastorale a San Giovanni Rotondo, dichiarava (falsamente) di avere visto Padre Pio incipriarsi e profumarsi, nonché di aver scoperto nella sua cella (non era mai entrato in detta cella) una bottiglietta di acido nitrico per fabbricare le stigmate ed una di acqua di colonia per profumarle.
Monsignor Pasquale GAGLIARDI, a Manfredonia, nella sala del Concistoro, in presenza di parecchi vescovi e arcivescovi, dichiarò : “Padre Pio è un indemoniato. Ve lo dico io, è un indemoniato e i frati di San Giovanni Rotondo sono una banda di truffatori!”
Monsignor Pasquale GAGLIARDI, d’intesa con il suo confratello lucifero, accusava Padre Pio di fatti e azioni inesistenti ed ignorava la sua anima nera come la pece.
In particolare, venne accertato che don Antonio CASTIGLIEGO, cancelliere di Curia, avesse sorpreso l’arcivescovo Monsignor Pasquale GAGLIARDI e la suora Marchiando, svestiti, in camera da letto.
Poco tempo dopo l’arcivescovo e la stessa suora furono scoperti a letto, da un’ orfanella dell’ospizio.
Ne era seguita un’inchiesta da parte delle autorità civili che era stata affidata al Procuratore del Re di Lucera, dottor PAGLIARULO, il quale interrogò l’arciprete NARDELLA, in presenza di testimoni, che rivelò un fatto ancora più grave: l’arcivescovo Monsignor Pasquale GAGLIARDI aveva violentato una suora in clausura.
Suor Costanza LEONARDI, superiora delle Clarisse di Manfredonia, dichiarò di averlo sorpreso a “frugar sotto le gonne di certe femmine”.
L’arcivescovo Monsignor Pasquale GAGLIARDI si avvaleva della collaborazione di alcuni confratelli indemoniati, nominò tal Francesco CIPRIANI, canonico penitenziere della Cattedrale, un monaco che aveva dovuto lasciare il convento per immoralità.
Dopo qualche tempo i canonici di Vieste chiesero la rimozione, producendo valide e numerose testimonianze di relazioni sessuali con due sue penitenti. L’arcivescovo Monsignor Pasquale GAGLIARDI, largamente remunerato con lire, promosse Francesco CIPRIANI arciprete a Carpino.
Quivi giunto, Francesco CIPRIANI prese a servizio una giovane domestica, la violentò e ne fece la sua amante per parecchi mesi.
Il complice del Monsignore, Don Giuseppe PRENCIPE (moralizzatore senza morale), nel corso del servizio militare nell’Ospedale “Maria Cristina” di Foggia, divenne l’amante di una infermiera dello stesso Ospedale, di nome Maria, trentenne, sposata, residente a Foggia che viveva da sola con suo figlio, essendo suo marito emigrato in America.
Don Giuseppe PRENCIPE concluso il servizio militare, venne nominato arciprete di San Giovanni Rotondo, della Chiesa di San Leonardo e si diede a nuovi amori.
Il canonico Don Giuseppe PRENCIPE costituì il suo harem, con una vedova, tale FERRARA Filomena in PIACENTINO, una zitella, tale FERRARA Maria, ed una donna sposata, tale RUSSO Mattea.
Don Domenico PALLADINO era l’amante di una zitella, certa DI MAGGIO Maria.
Costei aveva voluto credere alle false assicurazioni dell’arciprete (che era anche professore di teologia al Seminario di Manfredonia), che non vi è peccato di sorta nell’atto sessuale. Le Sacre Scritture lo permettono come sfogo fisico di tanto in tanto.
La relazione durava da dieci anni quando arrivò Padre Pio a San Giovanni Rotondo e si diffuse la fama della sua santità. La signora DI MAGGIO andò a confessarsi dal cappuccino, alla quale le venne indicato la via della morale di salvezza.
I tre compari, Monsignor Pasquale GAGLIARDI, Don Domenico PALLADINO e Don Giuseppe PRENCIPE, la cricca, con le loro lettere anonime diffamatorie e calunniose, diedero inizio alla prima persecuzione di Padre Pio.

IL PRESIDENTE
Avvocato Francesco TRAVERSI
Stampa pagina Stampa pagina - Indietro Torna indietro

spazio disponibile
 
SPAZIO DISPONIBILE
 
 
monti dauni da scoprire


© SporteNews.it - Il Portale della Capitanata - Tutto lo sport e le news di Foggia, Manfredonia, San Severo, Lucera e della Puglia
Testata giornalistica Registrata al Tribunale di Lucera - R.P. 6/2004 - Direttore responsabile: Antonio Bruno Giornalista professionista
71036 Lucera (FG) - Puglia IT - cel. 39 329 0631854


una realizzazione Soluzionimediaweb.it

   
Mediaweb Grafica - Lucera (FG) Agenzia pubblicitaria - Mediaweb Grafic - Lucera FG