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'VENTI ed EVENTI, ragionando sui fatti della politica' a cura di Micky De Finis del 12 maggio 2012
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'VENTI ed EVENTI, ragionando sui fatti della politica' a cura di Micky De Finis del 12 maggio 2012
16/05/2012
VENTI ED EVENTI

http://www.studio9tv.com/zoom.asp?id=2398


di Micky de Finis
12 maggio 2012
Partiti in infermeria
Salve.
Credo che oggi, decorsa una settimana dai risultati elettorali, possa tornare utile una riflessione politica non tanto sui dati che hanno consegnato le urne, quanto sulle variabili possibili nel breve e nel medio termine in questo nostro Paese.
Intanto, giusto per ricapitolare gli effetti di quest’ultima chiamata alle urne, andrei a sottolineare subito un aspetto che brilla in tutta la sua evidente chiarezza: il malessere verso la partitocrazia appare sempre più diffuso e doloroso nella pancia dell’Italia, in ragione anche di quel che accade nel resto del continente europeo.
La questione della selezione di una nuova classe dirigente - ecco il cuore vero del problema - è diventata operazione molto complicata per tutti. Ne sanno qualcosa in Grecia, dove la crisi di Atene non fa solo sprofondare le borse ma getta un’ombra scura su tutta l’Europa.
Diceva David Thoreau, filosofo statunitense dell’ottocento, che il destino del paese non dipende dal tipo di scheda che lasciate cadere nell’urna elettorale una volta all’anno, ma dal tipo di uomo che lasciate cadere ogni mattina dalla vostra camera nella strada.
Mi direte che è come scoprire l’acqua calda rilevare che il meglio della società è fuori dai palazzi, ma è un dato inconfutabile anche perché una buona parte di avventurieri continua a scegliere i partiti come propria fissa dimora, dunque sarà pure un dato scontato, ma i suoi effetti sono tutt’altro che banali!
Chiariamo, non ho mai avuto molta simpatia per le teoretiche qualunquiste perché io credo nei partiti e nella loro funzione in una società democratica. Penso che Beppe Grillo sia un animale da palcoscenico, bravissimo perché racconta quel che la gente vuol sentir dire, ma di qui alla politica … ne passa!
Fatto sta che, almeno sul piano nazionale, il Pdl è crollato insieme alla Lega, mentre il Terzo Polo diviso rimane deluso e fa registrare ancora una tensione tra gli uomini di Casini e quelli di Fini.
Nell’altro campo, il PD riesce pure a tenere e rilancia l’alleanza a sinistra come intelligentemente mi diceva Rino Pezzano, mentre Antonio Di Pietro - a parte il risultato trovato da Orlando a Palermo - non riscuote granché, basti guardare lo stato comatoso di questo partito in Puglia. Quanto a Vendola, le difficoltà di crescita permangono anche lì e vanno a confondersi nel rischio di essere travolti dall’antipolitica, di qui l’appello a Bersani per costruire subito il cantiere alternativo di Governo.
Evidentemente quella dell’alternativa sembra un’idea che piace a tutti e di cui tutti parlano sempre. Il premio Nobel Saul Bellow, autore de L’uomo in bilico, sosteneva però che le alternative, in particolare quelle desiderabili, crescono solo su alberi immaginari.
Messe così le cose, la persistenza del quadro confusionario potrebbe determinare alcune tendenze che qualificherei ovvie e naturali.
Aumenterà l’indice di astensione dal voto, perché la disaffezione degli elettori dalla politica e ancor di più dai partiti rimane sempre più profonda.
I partiti potrebbero avere sempre meno seguito, perché l’antipolitica finisce con l’espellere subito proprio chi partecipa poco alla vita politica, perché non la sente o crede poco nel progetto, nei valori del suo leader. Pensate a quel che potrebbe succedere soprattutto nel partito di Berlusconi una volta archiviata definitivamente la sua icona.
Il terzo effetto è dato dalla nascita di piccoli movimenti a pioggia destinati più che altro ad orientare sentimenti di ostilità verso la politica tradizionale. Sul punto gli analisti politici hanno già individuato due varianti: da un lato c’è l’antipolitica diciamo tradizionale, dall’altro c’è un sentimento antipartitico che, a pensarci su attentamente, è cosa parecchio diversa.
In definitiva, nonostante questo test elettorale abbia riguardato un campione non molto significativo di elettori, tramonta senza ombra di dubbio l’ipotesi del voto anticipato e manda i partiti in infermeria a discutere sulla necessità di mettere in piedi una riforma seria su come votare, anche perché i dati che sono emersi dalle urne del voto di maggio, seppelliscono le ipotesi del ritorno al proporzionale, che era pure una fioca luce di salvezza.
Quindi adesso ognuno dovrà fermarsi almeno per un pò, ragionare al proprio interno perché affrontare le politiche in queste condizioni disastrate vorrebbe dire fare karakiri. Alfano lo ha capito al punto che non solleciterà più incontri al vertice con Casini e Bersani. Casini, sino a ieri sempre molto loquace, ha incassato un magro risultato che dovrà pur farlo riflettere. Quanto a Bersani, consapevole della posta in gioco e a fronte di un governo tecnico da mantenere ob torto collo in piedi, non resta che affidarsi ad una sua battuta molto efficace allorquando dice che la maionese può sempre impazzire.
Qui in Capitanata i dati ci dicono che non viviamo in un mondo a parte, anzi! Hanno trionfato le civiche, la Sinistra ha mantenuto solo tre comuni, mentre il Centro Destra riesce niente male a reggere l’impatto. Bene i moderati di tutte le paste sino a Futuro e Libertà.
Chiudo con Apricena dove il partito Democratico ha messo in scena un dramma autolesionista per consegnare la città delle cave ad Antonio Potenza, giovane ingegnere del Pdl.
Ho visto molti volti affranti e tanti pianti sullo sfondo della sconfitta rossa in cui si mal celava una sottile diffidenza tutta interna…
Ma la politica continua, anche ad Apricena, devono saperlo tutti questo, destri sinistri ed ambidestri, perché una regola c’è che vale per tutti: non si fa mai così bene il male, come quando lo si persegue scientificamente.
Nella favola Il gallo e la volpe, Jean de La Fontaine ricorda che ingannare chi inganna è un piacere doppio.
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