Con il Festival della Letteratura Meditteranea LUCERA CROCEVIA DI CULTURE La chiusura di questa seconda edizione del festival della letteratura mediterranea fa già segnare un bilancio più che positivo. In tanti hanno seguito con attenzione ed entusiasmo lo svolgimento di una manifestazione, che possiamo iscrivere a pieno titolo, fra i ricorrenti appuntamenti culturali della nostra città. E non potrebbe essere altrimenti, alla luce dei riscontri, sia di partecipazione di coloro che sono i protagonisti di questi incontri, che del pubblico, spettatore numeroso ed interessato ad approfondire la conoscenza e gli scambi culturali con esponenti di Paesi a noi vicini: civiltà che da sempre si dissetano alla stessa fonte, quella del Grande bacino mediterraneo, che i romani, nostri progenitori, chiamavano "mare nostrum". Un plauso va agli organizzatori, nell'aver voluto, qui a Lucera, voci autorevoli di altre culture per intrecciare e rafforzare legami. Lucera, crocevia della cultura, che da due anni, batte nuove ma antiche strade. Il calendario degli incontri, abbastanza fitto, non ha trascurato alcun aspetto, assortendo al meglio i vari interessi, tant'è che in una manifestazione di così ampio respiro, nessun settore fosse trascurato. Merito degli organizzatori e dell'assessore alla cultura e pubblica istruzione, dottoressa Maria Antonietta D'Andola che è stata ottimamente collaborata anche in questa particolare circostanza. E' doveroso soffermarsi su alcuni punti, particolarmente qualificanti del Festival della Letteratura Mediterranea. La tavola rotonda sull'emigrazione, alla quale hanno preso parte gli studenti delle quinte classi dell'Ipsia ha costituito sicuramente uno dei momenti più alti, in quanto ha focalizzato l'attenzione dei nostri studenti su un fenomeno che, da anni ormai, investe massicciamente il nostro Paese: noi in Puglia siamo il primo, ed irrinunciabile approdo, per tante migliaia di persone certamente meno fortunate. Molto, nel campo dell'accoglienza, sta facendo la comunità salentina "Equo e solidale", anche grazie all'impegno di queste persone animate da grande spirito di solidarietà, si è parlato del Nobel della Pace da assegnare al Salento. Un premio che, però, la Divina provvidenza elargisce quotidianamente a chi tanto si prodiga in favore di chi ha meno di niente. Anche la nostra città si va popolando di tantissimi stranieri, soprattutto donne, e in tal modo lo spirito di accoglienza dei lucerini si esalta particolarmente. Infatti le corde della loro sensibilità vibrano quando c'è da dare una mano a chi cerca un lavoro o semplicemente un aiuto. Anche questa è cultura, ma dei suoi tratti più nobili. Qual'altro significato attribuire a questa parola, se non quello del reciproco scambio di opinioni, di esperienze di vita, spesso intrisa di sofferenza…Quante pagine della letteratura universale sono state scritte con l'inchiostro delle privazioni e dei sacrifici, ma anche, vivaddio, dell'amore e della comprensione fra i popoli. Al di là di appartenenze religiose o politiche, soprattutto laddove rappresentano steccati invalicabili, e dunque divisioni. La cultura quella vera, non è iscritta a nessun partito, né fa professione di dogmi, se non quello del sapere e della circolazione del libero pensiero. In tal senso, veicoli intelligenti sono gli studenti, che trasferendosi nei Paesi europei per motivi di studio, diffondono la storia e i modi di vita dei luoghi d'origine. E' quanto si è voluto ribadire, ma forse non ve n'era necessità, qui a Lucera, nelle nostre piazze trasformate in simposi itineranti, e nelle aule delle nostre scuole. Festival della letteratura mediterranea come sintesi di una comunanza di sentimenti, di costume e di somiglianze linguistiche, come abbiamo avuto modo di apprezzare dai versi di Juan Vicente Piqueres, o di un altro cantore, il poeta Marocchino Abdul Dghmour che ci ha parlato delle sue esperienze di lavoro nel Nord Italia. Ma anche di altre voci più vicine a noi, come Francesco Piccolo. Lucera, ha dunque offerto un contributo validissimo alla solidarietà, alla crescita culturale, per meglio cementare le nostre civiltà.
|