Zaccheria terra di conquista. Il Taranto batte il Foggia e manda i rossoneri ad un punto dalla zona che scotta.
“Meritiamo di più”, cantava domenica scorsa il popolo dello Zaccheria . Come dare torto a questa splendida gente, lo zoccolo duro di una tifoseria logorata da tanti , troppi anni di serie C1 ( oggi Prima Divisione di Lega Pro), anni di promesse fatte e mai mantenute, anni di illusioni e delusioni sopportate con dignità , in nome di quei colori rossoneri che tante gioie, in un passato ahimè troppo lontano, hanno regalato agli appassionati pallonari di Capitanata. Il vecchio stadio Zaccheria, un tempo autentica “fossa dei leoni ”, degradato (anche nella capienza) ed umiliato fino a diventare terra di conquista per tanti. Ultimo corsaro , l’odiato ( calcisticamente parlando, s’intende) Taranto che con la vittoria ha sprofondato i satanelli ad un passo dal baratro dei play-out. Una partita che avrebbe potuto dare inizio al riscatto di Gigliotti e compagni, diventata la goccia che ha fatto traboccare il vaso della pazienza dei tifosi. Per la prima volta dall’inizio della stagione, fischi impietosi , al triplice fischio finale, sono stati riversati sui calciatori, pur essendo andati questi ultimi a scusarsi sotto quella curva che, malgrado tutto, non aveva fatto mancare il proprio incoraggiamento fino al triplice fischio finale. Delusione che si deve evitare possa trasformarsi in panico , con correttivi adeguati alla bisogna. In primis i calciatori, iniziando a giocare davvero con il cuore, con l’orgoglio di farlo per una maglia portata con onore da tanti (veri) campioni prima di loro. L’allenatore , poi, mostrando maggior oculatezza nel modulo e nelle scelte, perché tempo da perdere , dopo un terzo di campionato già andato, non ne abbiamo più. La società, per finire, intervenendo, anche a costo di fare grossi sacrifici, con acquisti mirati ad elevare il tasso tecnico di una squadra che, nella mediocrità di un girone come questo, ha il dovere di lottare per ben altri traguardi. Anche perché, noi, popolo rossonero, meritiamo di più, molto di più………….
Umberto della Martora
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